L’area attorno alla stazione ferroviaria, durante i giorni di battaglia, divenne luogo di concentramento delle squadre fasciste giunte dalle province di Piacenza, Cremona, Mantova, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, molte delle quali si accamparono all’interno del semicerchio del grande monumento dedicato a Giuseppe Verdi.
Il monumento a Verdi, distrutto sotto i bombardamenti del 1944.
Poco distante, il rione popolare Trinità (borgo del Naviglio, via XX settembre, borgo Gazzola e borgo Trinità), dove popolo e Arditi del popolo si erano asserragliati dietro le loro barricate decisi a respingere gli attacchi e pronti a rispondere alle fucilate e ai tentativi di irruzione delle Camicie nere.
Italo Balbo scrive nel suo diario:
Molti fascisti sono alloggiati sotto la tettoia della ferrovia, su mucchi di paglia che sono stati requisiti. Anche il buffet della stazione è ridotto a un accantonamento. Gli altri locali sono occupati dai nostri Comandi. Tutto il piazzale della stazione è gremito di fascisti. Le biciclette sono riunite in depositi predisposti presso il muro di una fabbrica nelle prossimità della stazione. Presidiati la ferrovia, le poste, i telegrafi, le banche, i locali pubblici. I treni non si possono più fermare: possono transitare soltanto.
(Italo Balbo, Diario 1922, Mondadori, Milano, 1932, pp. 119-120)
Con il passare delle ore, e con l’arrivo di migliaia di squadristi – alla fine se ne conteranno 7.000/8.000 – furono creati vari accampamenti di fortuna a destra del torrente Parma: il nucleo principale si sistemò presso le scuole S. Marcellino, mentre altri gruppi trovarono posto dinanzi al palazzo della Prefettura, in piazza Garibaldi, presso i Bagni pubblici, in Pretura e in varie altri edifici scolastici in città.
Parma nuova, ad eccezione del Naviglio, è piena di fascisti armati. Il comune di Parma ha concesso i locali delle scuole di S. Marcellino; si sono stabiliti anche nella Pretura e in altri edifici pubblici. Il piazzale della stazione è pieno di fascisti. I borghesi e le banche consegnano ai fascisti viveri e ingenti somme di denaro. Anche la Cassa di Risparmio pare abbia pagato una tangente di L. 4.000. Molta gente viene bastonata e ovunque è imposto il tricolore.
(Le barricate, in “L’Internazionale”, 8 agosto 1922).
Camicie nere su autoblindata di fronte al Monumento a Verdi, ottobre 1922.
(F. Morini, Parma in Camicia nera, Edizione Zara, Parma, 1987)