Camera del Lavoro dell’Unione sindacale parmense (aderente all’Unione sindacale italiana), borgo Rossi 1 (attuale piazzale Borri)
L’Unione sindacale parmense era, delle quattro Camere del lavoro presenti in città, quella con il minor numero di organizzati: raccoglieva i sindacalisti rivoluzionari che con lo scoppio della Prima guerra mondiale si erano attestati su posizioni neutraliste. Di tendenza prevalentemente anarchica, aveva come maggiori leader Umberto Balestrazzi, Silvestro Motta, Mario Longatti e Lodovico Saccani.
Nacque nel Congresso del 1915 quando la Cdl di Parma di borgo delle Grazie pose all’ordine del giorno la mozione interventista, approvata con 10.663 voti contro i 2.381 neutralisti. Il proletariato di Parma abbracciava così l’interventismo, trainata dai leader del sindacalismo rivoluzionario Alceste De Ambris e Filippo Corridoni.
La frazione neutralista, posta in minoranza, si allontanarono e costituì il Comitato provinciale parmense aderente all’Unione sindacale italiana (Usi, da cui invece venivano espulsi i sindacalisti-interventisti). Alla fine del conflitto i sindacalisti-neutralisti diedero vita all’Unione sindacale parmense, con sede in borgo Rossi 1.
Dal 5 giugno 1920, l’Usp si dotò di un proprio periodico “Il Proletario“, dalle colonne del quale attaccava politicamente i sindacalisti interventisti della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie – De Ambris in particolare – ribattezzati come “sindacalisti-guerraioli“.
Molte cose dividevano le due frazioni sindacaliste, oltre alla scelta interventista/neutralista, spiccava la posizione nazionalista dei “sindacalisti-guerraioli” a fronte di quella internazionalista dell’Usp:
Constatiamo che i corridoniani [i sindacalisti rivoluzionari] di fronte al problema se si deve essere o meno dei patrioti rispondono che sono dei…nazionali. Bella trovata! Noi, non c’è quasi bisogno di dirlo; siamo degli antipatrioti senza reticenze e senza eufemismi; Noi lavoriamo per una più grande patria: l’Internazionale dei lavoratori.
(Essere o non essere, in “Il Proletario”, 20 giugno 1920).
Così come l’ascesa del fascismo trovò i due sindacalismi su posizioni divergenti: l’Usp fu da subito ostile, mentre i corridoniani per qualche tempo vi convissero.
IL 13 aprile 1921 due squadre fasciste, in seguito alcuni scontri in città, devastarono e saccheggiarono la sede dell’Usp per rappresaglia:
A noi dunque, l’onore di essere colpiti da questi vandali che credono, colla violenza cieca e selvaggia, di arrestare la marcia ascendente dei lavoratori verso il loro trionfo.
Non staremo qui a protestare. La cosa era da noi già prevista. Agire bisogna! […] Il proletariato, trascinato a combattere questa battaglia, dovrà prepararsi per non rimanere schiacciato.
[…] Partiti da Piazza Garibaldi sono giunti in Borgo Rossi in due squadre, seguiti a breve distanza dai carabinieri i quali – poverini! – non avevano occhi per vedere.
Il portone della casa essendo chiuso è stato aperto a colpi di accetta. I pochi compagni che erano negli uffici, si sono salvati alla meglio dalla furia selvaggia degli eroi del fascismo. In dieci minuti tutto è stato rotto e fracassato. I quadri vennero asportati, meno quello del poeta anarchico Pietro Gori che è stato però deturpato.
A cose finite è giunta la polizia, la quale poco mancò che non arrestasse i compagni dell’ U.S.P. volendo renderli responsabili del ferimento di un carabiniere.
(Come è stata saccheggiata dai fascisti la sede dell’Unione sindacale, in “Il Proletario”, 16 aprile 1921).
Dinanzi alla violenza fascista, i due sindacalismi trovarono il modo di riavvicinarsi. Nel febbraio del 1922 l’Usp, assieme alle altre Camere del Lavoro e al Sindacato ferrovieri italiani, costituì l’Alleanza del lavoro. L’unità sindacale ebbe vita breve. Subito dopo le giornate dell’agosto del ’22, l’Usp si rifiutò di sottoscrivere il Patto di pacificazione coi fascisti, siglato invece dalla altre sigle sindacali.
Fonti:
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, Step, Parma, 1983.
- L. Brunazzi, Parma nel dopoguerra 1919-1920, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma, Parma, 1981.
- E. Montali (a cura di), Unione sindacale italiana. I cento anni dell’USI, Ediesse, Roma, 2014.
- U. Sereni, Sindacalisti, futuristi, anarchici e dannunziani nelle origini del Partito comunista a Parma, in “Comunisti a Parma. Atti del convegno tenutosi a Parma il 7 novembre 1981”, a cura di F. Sicuri, Parma, STEP, 1986, pp. 173-237.