I fascisti calati in città, cinsero d’assedio i rioni popolari, minacciando di assaltarli. Si sparava da ogni dove e, fin da subito, furono approntate postazioni di tiratori sui punti più alti della città. Cecchini erano appostati, ad esempio, sugli edifici dei bagni pubblici (viale Basetti), delle scuole S. Marcellino, dalle finestre delle case che davano su borgo degli Studi, fin dalle mura del carcere di San Francesco, quando riuscivano ad arrivarci.
Particolarmente insidiosa la postazione fissata sulla torre civica di San Paolo, all’altezza di borgo del Parmigianino. Da lì i fascisti tennero sotto tiro i difensori del rione Naviglio. Proprio da questa postazione partirono, presumibilmente, alcuni colpi letali che uccisero e ferirono gli arditi del Naviglio.