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Primi scontri nel rione Naviglio

Il 2 agosto, seconda giornata dello sciopero legalitario, le squadre fasciste giunte in città a bordo di treni e di camion tentarono una prima incursione in borgo del Naviglio. Vennero fermate dalla forza pubblica, mentre gli Arditi del popolo – sotto il comando Antonio Cieri – iniziavano ad organizzare la difesa di questo rione.

La tensione in città montava, voci incontrollate parlavano di migliaia di camicie nere in arrivo, decise a dare una lezione agli antifascisti di Parma. Verso le 19.00 un gruppo di squadristi si lanciò in un primo attacco da viale Mentana, un testimone descrisse così i fatti:

Due uomini di punta li hanno preceduti, indi il grosso della pattuglia si è slanciando correndo per il viale. Dal Naviglio è stato immediatamente avvistato il gruppo di fascisti, cosicché contro di essi sono stati sparati vari colpi di rivoltella. I fascisti si sono riparati dietro gli alberi arrestandosi.
(Revolverate a Barriera Garibaldi, in “Il Piccolo”, 3 agosto 1922).

Gli spari attirarono l’attenzione della forza pubblica che intervenne rapidamente sul posto, al comando del vicecommissario Vincenzo Di Seri, impedendo che le parti venissero a contatto. Nel frattempo altre camicie nere giungevano in stazione. Il livello di allerta dei rioni divenne alto: iniziò la costruzione di barricate.

Il “trincerone” di via XX settembre.

Don Giuseppe Orsi, parroco della chiesa della Santissima Trinità, situata nella zona in cui si stava organizzando la difesa del rione, registrò nel Liber Chronicon i fatti di quella giornata:

2 agosto 1922. Per la seconda volta [la prima fu il 19 aprile 1921], ma in forma molto più vasta e preoccupante è stata convertita la parrocchia in campo di battaglia. Il partito socialista ha dichiarato sciopero generale anche nei servizi pubblici; il partito fascista ha lanciato al partito socialista la sfida che se lo scioperò durerà oltre le 48 ore si sostituirà al governo per stroncarlo con le feroci rappresaglie.
Il partito socialista accetta la sfida, ma il giorno tre agosto oltre 10.000 (diecimila) fascisti armati con fucili militari, conniventi l’autorità, invadevano la città. I socialisti dei quartieri popolari come il nostro scavarono trincee nella via e vi si appiattirono pronti alla difesa.
(citato in M. Minardi, Le “trincee del popolo”. Borgo del Naviglio, rione Trinità, Parma 1922, Ediesse, Roma, 2012).

 

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