Violenza Politica

La battaglia di San Secondo: due morti

Luogo: San Secondo Parmense

21 agosto 1921. Domenica di sangue. In provincia si verificano diverse azioni squadriste. Al termine della giornata si conteranno 4 morti. A San Secondo, piccola roccaforte sindacalista, i fascisti hanno in programma di ri-inaugurare la propria sezione, sciolta poco tempo prima a seguito dell’uccisione di Arnaldo Secchi. Nelle ore precedenti i fascisti avevano iniziato le provocazioni, aggirandosi per il paese esibendo manganelli e randelli nodosi.  Nel pomeriggio in paese giungono centinaia di squadristi, a bordo di camion, provenienti da Fontanellato, Borgo San Donnino e Busseto. Il modus operandi rimanda a quello della spedizione punitiva: la tensione cresce. Le colonne di squadristi entrano in paese, attraversano via Giordano Bruno, dove sono affrontati dalle Guardie regie. Da questo momento i dettagli si fanno poco chiari. Non è possibile accertare che spara il primo colpo. Dai tetti si spara e si lanciano sassi. Parte della popolazioni infatti aveva preparato la difesa. Inizia la battaglia. I fascisti cercano riparo e sparano, le forze dell’ordine pure. Ci sono feriti, alcuni gravi. A terra il cadavere di Vincenzo Pezzarossa, sindacalista di 46 anni, colpito mentre fuggiva in direzione borgo Monte Frumentario. Qualche giorno dopo muore in ospedale Alberto Porta, muratore di 55 anni, ferito durante gli scontri da alcuni colpi di mitraglia. La polizia arresta numerosi sindacalisti, mentre il giorno dopo i lavoratori in paese si astengono dal lavoro[1].

[1] La tragica giornata di S. Secondo, in “L’Internazionale”, 27 agosto 1921.

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