Luogo: Castellaicardi (San Secondo Parmense)
Dopo alcuni screzi tra fascisti e sindacalisti avvenuti nelle ore precedenti, il fascista Aldo Orlandini, 26 anni, irrompe in casa del sindacalista Arnaldo Secchi, 32 anni. Dopo aver sfondato la porta, Orlandini spara alcuni colpi contro Orlandini, ferendolo mortalmente, alla presenza dei cinque figli, della madre e della moglie. Ecco il resoconto de “L’Internazionale”:
Il bracciante Zecchi [in realtà Secchi] ritornava da S. Secondo avviandosi al proprio domicilio situato in località denominata Castellaicardi che trovasi in aperta campagna […]. Lo Zecchi prima di raggiungere il proprio domicilio vide uno dei suoi bambini venirgli incontro che spaventato con voce eccitatissima gridava: babbo non venire a casa perché ti vogliono ammazzare. Lo Zecchi non si curò dell’avvertimento del bambino e pensando alla madre del che sola si trovava in casa affrettò il passo e raggiunse l’abitazione. […] Si affacciò dalla finestra e vide un uomo rannicchiato vicino al muro il quale teneva in pugno una grossa rivoltella. […] Di fronte a tale atto lo Zecchi comprese la verità di quanto precedentemente gli avevan detto il figlio e la madre: intuì che lo si voleva sopprimere e con un salto fulmineo si portò all’uscio dando il catenaccio. Ma ciò nulla valse perché il delitto era premeditato e i delinquenti stavano attuando il piano criminoso stabilito. Infatti lo Zecchi non aveva ancora terminato di dare i catenacci alla porta che dalla scala interna dell’abitato si sentirono i rumorosi passi di un altro complice, certo Orlandini, che appena trovatosi di fronte alla porta chiusa, iniziò l’opera di abbattimento prima con il calcio della rivoltella, poi a colpi di spalla. la porta non cedette, ma cedettero i catenacci. Il povero Zecchi non poté opporre alcuna difesa per ostacolare l’entrata dell’assassino essendo totalmente paralizzato dai suoi bambini che abbracciandogli le gambe lo scongiuravano a non resistere. Fu in questo istante che Orlandini con un colpo di spalla alla porta riuscì ad aprirla in modo da infilarvi il braccio destro armato di rivoltella e sparare freddamente sul povero Zecchi colpendolo in fronte[1]
[1] Il feroce assassinio di S. Secondo, in “L’Internazionale”, 25 giugno 1921.