Alcide Aimi (Vidalenzo 27 maggio 1896 – Como 1960)
Partecipò alla Prima guerra mondiale, dove rimase gravemente ferito. Fu uno dei principali animatori del fascismo parmense dei primi anni Venti, battezzato con l’appellativo de “Il Duce della Bassa“, vicino alle posizioni intransigenti del ras di Cremona, Roberto Farinacci.
Nel febbraio 1921 divenne segretario del fascio di Busseto, succedendo a Vittorio Bergamaschi, quest’ultimo era infatti stato assassinato da due operai socialisti. In questi mesi, Busseto rappresentò il centro di irradiazione dello squadrismo parmense: con l’appoggio degli agrari, Aimi si mise a capo delle squadre d’azione del parmense, assaltando cooperative socialiste e luoghi simbolo delle organizzazioni proletarie.
1922, Squadristi di Busseto comandati da Alcide Aimi (terzo da sinistra).
(F. Morini, Parma in Camicia nera, Edizione Zara, Parma, 1987).
In un memoriale inviato al sottosegretario agli Interni, il deputato socialista Armando Bussi lo segnala come uno dei principali istigatori delle violenze in provincia, a capo di un gruppo di:
centocinquanta persone, fra i quali molti minorenni sempre armati di una o due rivoltelle. Si servono spesso di camions, per le loro scorribande […]. Per gli incendi usano per lo più bombe incendiarie, benzina e petrolio. Per le devastazioni hanno apposite mazzette. Per le aggressioni, oltre le rivoltelle, si servono di appositi bastoni a nervo.
Dall’aprile del 1921 cominciò la propria attività all’interno dei sindacati economici (antesignani del sindacalismo fascista), di cui divenne segretario generale provinciale fino al 1927. Attraverso l’uso della violenza e di altri metodi di coercizione, spinse migliaia di lavoratori a passare dalle leghe rosse ai sindacati fascisti.
Anni dopo, Aimi scrisse:
Si iniziò naturalmente l’azione contro i rossi e contro i bolscevichi; il fascismo doveva subito abbattere l’antipatria, l’antinazione […]. Si distrussero le Camere del Lavoro e si impedì loro ogni possibile attività; ciò necessariamente con la violenza perché senza dubbio… le parole avrebbero fatto poca presa! Distrutti i fortilizzi rossi si crearono al loro posto…. i sindacati economici (così si chiamarono i primi sindacati fascisti).
(Alcide Aimi, Il sindacalismo fascista parmense nelle sue origini e nei suoi sviluppi, in ” Agricoltura Parmense”, Parma, 1937, p. 275).
Nel novembre 1921, organizzò uno sciopero fascista per protestare contro l’arresto di alcuni fascisti accusati di aver tentato l’assalto ad una cooperativa socialista di Roccabianca, nel dicembre dello stesso anno fu arrestato anche lui per violenze e oltraggio ai carabinieri. Aimi e gli altri fascisti arrestati furono infine liberati nel febbraio del 1922, in parte assolti, in parte condannati a pene lievi.
Durante lo sciopero legalitario dell’agosto 1922, comandò le squadre della Bassa nell’assedio della città di Parma. Il 3 agosto assediò e occupò l’abitato di Sissa e, qualche giorno più tardi, guidò la spedizione punitiva contro la cooperativa socialista di Fontanelle, distruggendola.
Bibliografia:
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, Step, Parma, 1983.
- A. Aimi, Il sindacalismo fascista parmense nelle sue origini e nei suoi sviluppi, in AA.VV, Agricoltura Parmense, Parma, 1937
- L. Brunazzi, Parma nel dopoguerra 1919-1920, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma, Parma, 1981.
- F. Cordova, Le origini dei sindacati fascisti 1918-1926, Laterza, Roma-Bari, 1974.
- M. Franzinelli, Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922, Mondadori, Milano, 2003.
- M. Minardi, La nascita dei sindacati fascisti nel parmense (1921-1926), in M. Degl’Innocenti, P. Pombeni, A. Roveri (a cura di), Il Pnf in Emilia Romagna, FrancoAngeli, Milano, 1988, pp. 231-260.
- R. Montali (a cura di), Le due città. Parma dal dopoguerra al fascismo (1919-1926), Silva editore, Parma, 2008
- F. Sicuri, Gli anni del littorio, il regime fascista a Parma dalle leggi eccezionali alla guerra d’Etiopia, Mattioli 1885, Fidenza, 2014