Remo Ranieri (Toccalmatto 30 ottobre 1894 – Fidenza 30 ottobre 1967)
Iniziò la sua attività di casaro fin da giovanissimo, divenendo in seguito proprietario di una serie di piccoli caseifici nel parmense. Studiò a Parma dove prese diploma di ragioneria, iscrivendosi alla facoltà di Economia e Commercio all’Università di Bologna, abbandonata a seguito dello scoppio della Prima guerra mondiale.
Al termine del conflitto, fu congedato con due croci al valor militare e con una croce al merito di guerra. Aderì inizialmente al Partito popolare italiano, divenendo vicepresidente del Circolo giovanile cattolico di Borgo San Donnino (oggi Fidenza). Candidato alle amministrative del 1920 non fu eletto.
Nel 1921 aderì al fascismo e fu fra i fondatori del fascio di combattimento di Borgo San Donnino, costituito il 18 aprile 1921 presso il cinema Italia. In poco tempo divenne il capo del fascismo fidentino, dando vita a uno dei centri più importanti dello squadrismo parmense. Esponente della corrente moderata del fascismo, in opposizione alla corrente radicale guidata da Roberto Farinacci e, in provincia, da Alcide Aimi
A Parma, durante le barricate di agosto partecipò all’assedio della città. Il 4 agosto guidò alcune squadre di fascisti nell’occupazione del municipio di Borgo San Donnino, costringendo il sindaco alle dimissioni. Alle elezioni amministrative i fascisti ottennero la vittoria e Ranieri venne eletto consigliere, ottenendo l’incarico di assessore.
Nel 1923 creò la 74° Legione Taro, una delle due legioni di Camicie nere create in provincia dopo la costituzione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn). Divenuto uno dei fascisti più importanti in provincia, fu candidato alle elezioni politiche del 1924, ottenendo un seggio in Parlamento.
Dissidente durante la segreteria di Farinacci (costandogli una breve espulsione), verso la fine degli anni ’20 ottenne incarichi importanti, anche grazie ai suoi rapporti col nuovo segretario del Pnf, Augusto Turati: tra il 1927 e il 1929 fu segretario della federazione parmense del partito, nel 1931 fu nominato console generale della Mvsn.
Con l’allontanamento di Turati, Ranieri ruppe definitivamente col Pnf a partire dal 1934. Da questo momento abbandonò la vita politica.
Bibliografia:
- Voce “Remo Ranieri”, in R. Montali (a cura di), Le due città. Parma dal dopoguerra al fascismo (1919-1926), Silva editore, Parma.
- C. Besana, Remo Ranieri, Dizionario biografico degli italiani, vol. 86, Enciclopedia Treccani, 2016.