Violenza Politica

Amleto Rossi ucciso a bastonate

Luogo: San Pancrazio Parmense, frazione Fontana, località Osteriaccia

Il 19 aprile, in località Osteriaccia, i fascisti aggredirono alcuni cassonieri che stavano rientrando al termine di una giornata di lavoro. Uno di questi, Amleto Rossi, iscritto alla Camera del lavoro sindacalista, fu ucciso a bastonate davanti agli occhi imploranti del figlio di 11 anni[1].
Marco Minardi, nel suo Le “trincee del popolo”[2], ha così ricostruito la vicenda:

Nel tardo pomeriggio, in località Osteriaccia, frazione Fontana, situata appena fuori città, in comune di San Pancrazio, un gruppo di fascisti aggredirono un gruppo di lavoratori che stavano rientrando al termine di una lunga giornata di fatica. Ultimo di una colonna di sei cassonieri era Amleto Rossi, con il figlio Gino di 11 anni che lo accompagnava seduto sul carretto. L’aggressione seguiva di qualche giorno un accesso diverbio scoppiato tra Emilio Borghini, uno dei lavoratori aggrediti, e un fascista del luogo. I cassonieri vennero fatti fermare e dopo aver ordinato a quattro di loro di farsi da parte, iniziarono a bastonare Borghini e Amleto Rossi, il quale stramazzò a terra sanguinante sotto gli occhi terrorizzati del figlio.

Poche ore dopo, la città avrebbe vissuto un altro lutto, sempre per mano fascista: l’uccisione di Italo Strina.

[1] Gli autori materiali del delitto, Guido Robuschi ed Ercole Maini, furono condannati a peni lievissime, in quanto, secondo la perizia medica, la ragione della morte di Rossi fu la conseguenza dello scarso spessore della sua teca cranica. ACSP, Tribunale di Parma, Processi definiti dalla Corte di Assise di Parma, 1921, b. 1178, fasc. “causa penale contro Maini Evenzio”, Sentenza nel procedimento penale contro Maini Evenzio, 30 dicembre 1921.

[2] Cfr. M. Minardi, Le “trincee del popolo”. Borgo del Naviglio, rione Trinità, Parma 1922, Ediesse, Roma, 2012, pp. 31-32.

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