Luogo: Zibello
Nella notte tra il 25 e il 26 settembre 1920, ad esempio, alcuni lavoratori «alle dipendenze della famiglia di Bergamaschi […] mentre trasportavano sopra dei carri trainati da cavalli […] dei pomodori diretti alla fabbrica di Zibello furono affrontati da un gruppo di leghisti appartenenti a partiti estremi, i quali con urla e spari di colpi di rivoltelle imposero loro di retrocedere in provincia di Piacenza»[1]
. I Bergamaschi, famiglia di grandi proprietari terrieri, i cui possedimenti si estendevano tra il Parmense e il Piacentino, erano stati responsabili – un anno prima – dell’uccisione di alcuni scioperanti. I fatti risalevano all’11 ottobre 1919, quando un migliaio di scioperanti armati si diresse contro la “Casa bianca”, la tenuta della famiglia Bergamaschi a Besenzone, con l’obbiettivo di cacciare i crumiri reclutati per i lavori agricoli. Fu un vero e proprio assalto; nonostante l’intervento dei carabinieri, la folla invase la proprietà, senza però trovare prove di crumiraggio. Nel marasma generale, alcuni membri della famiglia, tra cui Vittorio, asserragliati in casa, aprirono il fuoco sugli scioperanti. Fu una carneficina: a terra rimasero cinque morti e diversi feriti[2]. I Bergamaschi furono arrestati e, poco dopo, assolti perché avevano agito per legittima difesa[3]. Non furono dello stesso avviso le organizzazioni dei lavoratori che «deliberarono all’unanimità di boicottare con le macchine e la mano d’opera in ogni lavoro i delinquenti Bergamaschi»[4]. Da questo momento fu battaglia aperta e in numerose occasioni, così come era avvenuto a Zibello, i socialisti aggredirono e minacciarono quei lavoratori che, aggirando il boicottaggio, prestarono manodopera ai Bergamaschi. Pochi mesi più tardi, due socialisti tesero un agguato a Vittorio Bergamaschi, fondatore del fascio di Busseto, uccidendolo.
[1] ACSP, Tribunale di Parma, Sentenze penali, 1922, b, 1472, Sentenza nella causa penale contro Pantrani Gino, 19 dicembre 1922.
[2] I morti furono Paolo Agnelli (capolega), Lodovico Antozzi, Giovanni Ferrari, Giuseppe Baldini e Giuseppe Viarolli.
[3] ACSP, Tribunale di Parma, Processi definiti dalla Corte di assise di Parma, 1921, b. 1178, fasc. “procedimento penale contro Braibanti Luigi”, Sentenza nella causa penale contro Bergamaschi Ferdinando, senza data.
[4] Ivi, Bersano di Besenzone: boicottaggio contro i Bergamaschi, senza data.