Luogo: Sala Baganza
Il 23 ottobre 1921, un gruppo di fascisti di Parma diretto a Traversetolo per l’inaugurazione di un gagliardetto, si fermò a Sala Baganza per pranzare. Il gruppo sostò nel caffè Bergamaschi, nel centro del paese, ospite del noto fascista locale Ercolino Mazzoli: tra una bevuta e l’altra, furono cantati inni fascisti e insultati i socialisti. Usciti dal locale, il gruppo transitò per le vie del paese, proseguendo con i canti e le urla; ad un certo puntò incrociò un giovane, tale Giuseppe Bergamaschi, che indossava un garofano rosso all’occhiello, costretto con la forza a disfarsene. I fascisti, mentre si recavano presso la stazione per riprendere il proprio viaggio verso Traversetolo sentirono un fischio e delle grida rivolti contro di loro. Ritenendo la cosa una offesa inaccettabile, decisero di recarsi presso la vicina osteria di Arnaldo Magnani – da dove credevano fossero giunte le grida – e tentarono una irruzione. Nello stesso edificio dell’osteria, aveva anche sede la cooperativa sindacalista: seguì un duro scontro a fuoco, al termine del quale fu ucciso il capo lega sindacalista Carlo Fava, 51 anni. Per l’omicidio furono denunciati i fascisti Giuseppe Ilari, Marco Tullio Secchi e Gastone Furlotti[1]. Carlo Fava era uno dei più attivi organizzatori sindacalisti del circondario, così lo ricordo “L’Internazionale” in un suo articolo:
Militò fin da giovinetto nel movimento nostro […]. Nel 1891-98 lo vediamo con un manipolo di audaci compagni a capo della “Associazione dei Lavoratori”, associazione che più tardi veniva sciolta dalle leggi eccezionali di Crispi. […] Durante il memorabile sciopero del 908 fu, come sempre al proprio posto di battaglia, in prima fila. E mentre i migliori compagni erano in chi in carcere chi in esilio, in seguiro alla reazione governativa, che aveva troncato quel meraviglioso movimento, Carlo Fava, con un gruppo di compagni, piuttosto che piegare la propria fronte ai voleri della tracotanza Agraria, preferì andare nei Grigioni, e là sulle nevose montagne della Svizzera si incontrò con altri compagni emigrati e esiliati nel parmense. […] Occupava tutt’ora nel movimento operaio provinciale una primissima carica. Infatti era un membro del Consiglio Generale della nostra Camera del Lavoro. Tale era l’uomo, il compagno carissimo che cadde da mano assassina domenica scorsa a Sala Baganza[2];
[1] Archivio di Stato di Parma (ACSP), Tribunale di Parma, Processi definiti dalla Corte di Assise di Parma anno 1922, b. 1179, fasc. “procedimento penale contro Mazzoli Ercole”.
[2] Un nuovo efferato assassinio, in “L’Internazionale”, 29 ottobre 1921.