Luogo: Sala Baganza
Il 4 agosto 1922, nel pieno dello sciopero legalitario, alcuni scioperanti avevano ucciso il fascista Ettore Tanzi. I fascisti ordinarono una feroce rappresaglia contro la cooperativa sindacalista “La Fratellanza”. Così descrisse quei momenti “L’Internazionale”, organo stampa dei sindacalisti:
Entrati nella cooperativa asportarono scarpe, salumi, lardo, zucchero, caffè ecc.: fecero a pezzi l’effige di F. Corridoni, di Guglielmo Oberdan e il simbolico quadro “Pensiero e Azione” raffigurante Mazzini e Garibaldi nell’apoteosi del fraterno abbraccio per l’unità d’Italia. Poi cosparsero di benzina il pavimento, le porte e le pareti delle finestre dando poscia fuoco al locale. Il fuoco bruciò letteralmente tutto l’edificio interno, all’esterno l’incendio fu circoscritto impedendo la distruzione delle case attigue[1].
I sindacalisti dopo un primo momento di sbandamento risposero all’attacco dei fascisti, ne nacque uno scontro a fuoco, durante il quale fu colpito mortalmente il fascista carpigiano Odoardo Amedei. Le Camicie nere tentarono una ritirata a bordo dei camion, proseguendo la propria azione violenta. Giunti nei pressi di una casa agricola diedero fuoco alla stalla, uccidendo uno dei lavoratori, Onorato Buraldi, 40 anni, intervenuto per spegnere l’incendio. Nelle stesse ore, altri fascisti uccisero – in circostanze mai chiarite – il sindacalista Camoens Rosa, 27 anni; il suo corpo fu rinvenuto nell’attuale via Maestri n.67 [2].
[1] L’esatta versione dei tragici fatti di Sala Baganza, in “L’Internazionale”, 19 agosto 1922.
[2] Cfr. P. Bonardi, Barricate in periferia. L’agosto 1922 a Sala Baganza, in “Storia e documenti. Semestrale dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma”, 7, 2022, pp. 109-131.