Violenza Politica

Eccidio di Selvanizza

Luogo: Selvanizza (Palanzano)

Da alcuni giorni è in atto a Selvanizza una difficile vertenza portata avanti dalla Camera del Lavoro dei sindacalisti rivoluzionari. Oggetto dell’agitazione è la locale società idroelettrica che nel 1919 aveva stipulato con la Camera del Lavoro un patto che stabiliva alcune concessioni ai lavoratori, tra cui 8 ore giornaliere, sabato inglese e indennizzi caro-vita. Nella prima metà del 1921 la società cambia gestione e la nuova proprietà rifiuta di rispettare i patti firmati due anni prima. Da qui lo sciopero, a cui la società risponde reclutando crumiri dal bresciano e dal bergamasco. La situazione è tesissima, il giorno prima, domenica, si tiene un imponente comizio in cui intervengono i sindacalisti Paride Giuffredi, Vittorio Picelli e Amilcare De Ambris. Lunedì un lungo corteo composto da un centinaio di lavoratori si dirige verso il cantiere, fermandosi al posto di blocco predisposto dalle forze dell’ordine. Qui i dettagli non sono chiari, alcune versioni parlano di uno tentativo di aggressione da parte degli scioperanti, altri di un ordine di “aprire il fuoco” impartito da un ufficiale del Regio esercito. In pochi attimi è il caos, le forze dell’ordine sparano sugli scioperanti, a terra restano numerosi feriti (tra cui un vicecommissario di Polizia) e due lavoratori morti: Vittorio Ilari, 23 anni, Pietro Boraschi, 26 anni. Nei giorni successivi saranno spiccati ordini di arresto nei confronti dei sindacalisti, alcuni dei quali saranno catturati, altri invece fuggiranno dal Parmense[1]

[1] L’orrendo eccidio di Selvanizza, in “L’Internazionale”, 9 luglio 1921; La selvaggia aggressione ad un vice-comm di P.S., in “Gazzetta di Parma”, 5 luglio 1921.

Condividi su :

Twitter
Telegram
WhatsApp

Torna alla mappa principale

Altre Violenze