Luogo: Santa Croce di Zibello
Gli squadristi in queste settimane stanno operando un azione diffusa di devastazione delle cooperative e delle sede del movimento dei lavoratori nella Bassa parmense. Il 10 giugno 1921, scrive in un memorandum la Lega nazionale delle Cooperative:
A S. Croce [di Zibello] verso le ore 21 un gruppo di fascisti si è portato in quella cooperativa; ben inteso i carabinieri incaricati di presidiarla un quarto d’ora prima del loro arrivo si allontanarono. Come di solito minacce e perquisizioni con asportazione di diversi quadri che adornavano le pareti. Appena i fascisti si sono allontanati, certo Bianchi Antenore consigliere comunale con un altro amico dei presenti si è recato alla vicina stazione di carabinieri di Zibello per esporre al locale maresciallo regolare denuncia a riguardo dei fatti e delle violenze prima subite. Il maresciallo chiamato il Bianchi e poi il suo amico separatamente in camera li ha aggrediti con pugni e ogni altra violenza di sorta aiutato nell’impresa da un altro suo dipendente, affermando che lui è fascista e che questi sono sempre sicuri della impunità. Nel rilasciare i due disgraziati ebbe cura di avvertirli che essi potevano fare tutte le denunce che volevano, che esso era sicuro del fatto suo. […] Fatta dal Bianchi la denuncia è andato il capitano dei carabinieri per l’inchiesta, subito un camion di fascisti si è recato… agli ordini del maresciallo per la punizione dei denunciatori, i quali poi, avendo fatto in tempo a scappare, i fascisti vollero ugualmente le loro vittime nel pro-sindaco Giuseppe Guelfi, il quale per aver assistito i due operai sopra menzionati, alla presenza della vecchia madre, venne aggredito e obbligato ad essere ricoverato all’ospedale.