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“Salvataggio” delle sorelle Zinzani

Il 3 agosto fu una giornata segnata da continui scontri nel rione Trinità, soprattutto all’altezza di via XX settembre. I diversi tentativi di sfondare da parte dei fascisti venivano regolarmente respinti dagli abitanti e dagli Arditi del popolo appostati dietro la barricata e sui tetti degli edifici che davano sulla via. Nel mezzo della battaglia, fece la sua comparsa un autoblindo della forza pubblica, che imboccò via XX settembre provenendo da strada Garibaldi.

A metà di via XX settembre, all’altezza di borgo Trinità, era stata costruita una barricata, il cosiddetto “trincerone“, che separava la parte popolare della via – quella che si estendeva dietro la barricata fino a confluire in borgo del Naviglio – da quella borghese, in cui dimoravano alcune famiglie che annoveravano esponenti conosciuti del partito fascista parmigiano.
Ricorda a tal proposito Otello Neva, giovane ardito del popolo del rione Naviglio:

via XX settembre, una parte che era popolarissima, cioè di lavoratori; la parte verso via Garibaldi vi erano i signorotti, vi erano i figli di papà e vi era gente che magari si andava a scuola insieme ma loro avevano la marmellata e il burro sul pane al mattino e noi no.
(Archivio Isrec Parma, Fondo Testimonianze, Testimonianza di Otello Neva).

Il “trincerone” di via XX settembre.

L’autoblindo giungeva quindi in via XX settembre, a pochi metri dal “trincerone”, accolto dagli applausi degli abitanti degli edifici popolari, convinti che il mezzo fosse giunto in loro difesa contro i fascisti. Questo invece si fermò davanti all’abitazione della famiglia Zinzani e prelevò le tre sorelle Zinzani – fasciste e promotrici del fascio femminile locale, che abitavano nella parte della via dei “signorotti” – per condurle lontano dal campo di battaglia. L’operazione si svolse senza incidenti. Pochi minuti dopo ripresero gli spari.

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