Dopo i duri scontri dei giorni precedenti, mentre procedevano le trattative in Prefettura per il cessate il fuoco e il ritiro delle migliaia di fascisti che ancora occupavano la città, un contingente fascista tentava di infilarsi, di sorpresa, dietro le barricate in Oltretorrente.
Sotto il comando di Balbo, accompagnato dal deputato del Pnf Ottavio Corgini, i fascisti attraversarono il ponte Verdi (altre fonti invece sostengono che siano transitati lungo il ponte Bottego, non controllato dall’esercito), percorsero via dei Farnesi puntando sulla Camera del lavoro sindacalista in borgo delle Grazie.
Giunti in prossimità di borgo Rodolfo Tanzi (difeso da Arditi del popolo comandati da Dante Ferrari) il contingente fascista venne bloccato dall’esercito. Seguirono attimi di tensione, ma alla fine i militari convissero gli uomini di Balbo a desistere dalla loro azione.
Questa la versione dei fatti narrata dal ras di Ferrara:
Alle 9 di stamane ho tentato personalmente di colpire gli avversari penetrando nel centro della loro resistenza. Ho preso 100 uomini tra i più fidati. Per un’ora e mezza, abbiamo tentato di valicare i ponti sul torrente, vigilati dai cordoni di truppa. Difficoltà inaudite. Bisognava tornare di continuo daccapo. Eccoci finalmente nella città vecchia. L’azione di sorpresa stava per riuscire in pieno, quando, innanzi alla Camera vecchia del Lavoro, ci siamo trovati di fronte a un cordone di soldati che ci ha sbarrato la strada. Mi sono avanzato verso il Maggiore e gli ho imposto di lasciarmi il passo. Risposta risolutamente negativa. Ho detto che avremmo usata la forza. Il Maggiore mi ha replicato che aveva ordini tassativi: sparare senza esitazione. Ha aggiunto che il suo onore di soldato non gli permetteva di disobbedire. Mi ha mostrato l’ordine scritto. Se avessi insistito, avrebbe ordinato il fuoco e si sarebbe poi fatti saltare le cervella. Momento di emozione. […] Ho dato l'”alt” ai miei uomini. Intanto dietro i cordoni dei soldati, dai tetti e dalle finestre si urla: “Lasciateli passare! Li ammazzeremo noi!”. Scena selvaggia.
[…] Ormai l’allarme è stato dato in tutto l’oltretorrente, Noi dovevamo agire di sorpresa. Ora la sorpresa è annullata. Oltre al conflitto con i soldati dovremmo affrontare con 100 uomini qualche migliaio di avversari. Andremmo incontro a una strage sicura. Debbo con rincrescimento ordinare agli squadristi di prendere la strada del ritorno. Dalle case in fondo alla strada i provocatori ci inseguono con grida minacciose ed insulti.
(Italo Balbo, Diario 1922, Mondadori, Milano, 1932, pp. 128-129).