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I fascisti distruggono il Circolo ferroviario

La mattina del 3 agosto, mentre squadre di Camicie nere tentavano l’incursione nel rione Naviglio, una colonna fascista si sganciò in direzione ponte Bottego (oggi ponte delle Nazioni), dove sorgeva il Circolo ferrovieri. I fascisti avevano preso di mira il Circolo probabilmente a causa della massiccia partecipazione dei ferrovieri allo sciopero: su 400 in servizio presso la stazione di Parma, avevano aderito in 350.

L’assalto al Circolo fu però impedito dalla presenza della forza pubblica e soprattutto dall’intervento del vice-commissario Vincenzo Di Seri, che riuscì a far allontanare i fascisti. Nelle ore successive vi furono altri tentativi di attacco al Circolo, distrutto infine nella notte del 4 agosto. Questa volta la polizia non intervenne, lasciando mano libera ai fascisti che scaricarono la frustrazione accumulata in quei giorni dando alle fiamme l’edificio e distruggendo tutto ciò che si trovava nei locali: la segreteria, la biblioteca, il teatro, il materiale della scuola di cultura professionale. Come scrisse “Il Piccolo”:

Dell’edificio ove tante speranze di pace, di libertà e di vita si aprivano alla mente dei buoni ferrovieri, non è rimasto che cenere.
(Lo sciopero per libertà e i ferrovieri, in “Il Piccolo”, 12 agosto 1922).

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