Il 4 agosto i combattimenti si intensificarono. Tiratori fascisti appostati nei pressi dei bagni pubblici, sparavano contro i borghi posti sull’altra sponda del torrente. Due andarono a segno, colpendo mortalmente Ulisse Corazza al capo e al torace, mentre col proprio moschetto si affacciava dalla barricata di borgo Carra.
Ulisse Corazza era nato a Parma il 26 febbraio 1895, meccanico, ex soldato, membro dal 1913 del circolo cattolico Domenico Maria Villa, e consigliere comunale eletto nelle elezioni amministrative del novembre 1920 nelle file del Partito popolare.
Nei giorni dello sciopero legalitario, nonostante il Partito popolare avesse chiesto ai suoi militanti di non parteciparvi, Corazza – assieme ad altri giovani cattolici del Circolo – scelsero di partecipare alla difesa dei rioni popolari. Era l’anima antifascista del partito cattolico che prendeva posizione – giovani dei rioni popolari e lavoratori sindacalizzati – erano lì con il resto della popolazione per difendere la loro libertà e i propri borghi. Picelli ricorda:
Alle due circa, dalla destra del torrente, furono sparati i primi colpi contro il settore Nino Bixio e presi d’infilata borgo della Carra e borgo Salici. Ulisse Corazza, artigiano, consigliere comunale del Partito popolare (il partito dei cattolici) che qualche ora prima si era presentato col proprio moschetto a un caposquadra, per chiedere di partecipare al combattimento al fianco degli Arditi del popolo, fu ferito gravemente alla testa da pallottola di fucile e morì pochi minuti dopo.
(Guido Picelli, La rivolta di Parma, in “Lo Stato Operaio”, ottobre 1934).
A seguito della morte di Corazza si aprì una sottoscrizione pubblica in favore della vedova e dalla figlia Italina, rimasta orfana, che raggiunse la cifra di 2.967,15 lire.
Ulisse Corazza.